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Fiume Piave - Il piave
Il Fiume Piave CARICA VIDEO PENSIERI

Le sorgenti
Le sorgenti del fiume Piave si trovano alle pendici del Monte Peralba, in provincia di Belluno, a quota 2.037 m. L’afflusso di numerosi torrenti gli permette di raggiungere una notevole portata fin dai primi chilometri. Il fiume percorre oggi quella valle che fu scavata nel quaternario dall'omonimo ghiacciaio.

Dopo le Dolomiti
Nei pressi di Ponte nelle Alpi il fiume subisce una brusca deviazione, passa per Belluno, e si dirige verso Feltre. Lasciata la città di Feltre le acque del Piave entrano nella provincia di Treviso in località Fener. Il letto del fiume in questo tratto è ampio e ciottoloso, e spesso povero d’acqua a causa dei numerosi prelievi per le irrigazioni, ma presenta punti molto interessanti e suggestivi.

La Marca Trevigiana
Il fiume Piave taglia la Marca a metà, a Ponte di Piave entra in provincia di Venezia, l'invaso si restringe e il suo corso diventa navigabile. Infine, il Piave sfocia nel Mar Adriatico fra Eraclea e Jesolo, presso il porto di Cortellazzo.

Il Piave e le Grave di Papadopoli
Le grave del Piave sono delle isole ghiaiose nell'alveo del fiume. Una di queste, le "Grave di Papadopoli" si distingue per la sua estensione: 750 ettari di area coltivata a viti, peschi e asparagi.

La storia
Noto per la turbolenza del suo corso, il Piave fino a tutta l'età romana sfociava in corrispondenza dell'estremità settentrionale dell'odierna laguna di Venezia, unendo le proprie acque a quelle del Brenta e del Sile e raggiungendo il mare attraverso l'odierno canale di San Felice in corrispondenza del porto di Lido.



In seguito alla spaventosa alluvione del 589, tramandataci da Paolo Diacono, il fiume deviò verso nord il tratto finale del proprio corso, sfociando poco a sud di Jesolo, in corrispondenza dell'attuale foce del Sile, detta anche per l'appunto Piave Vecchia. Successivamente, tale nuovo corso venne prima irregimentato dalla Repubblica di Venezia e quindi definitivamente deviato per bonificare la circostante zona malarica e per allontanare dalle rotte navigabili da e per Venezia i cospicui sedimenti trasportati dal fiume e dal vicino Sile.

Nel 1680, dunque, venne realizzato un taglio che spostò ancora più a nord la foce, lasciando il vecchio letto ad accogliere le acque del Sile. L’insufficiente arginamento del fiume causò tuttavia già pochi anni dopo l'allagamento delle campagne tra Bagaggiolo e Ca' Tron, con la creazione di un vasto lago poi prosciugato in epoca successiva grazie alla creazione di nuovi argini.

Il fiume Piave è considerato sacro alla patria in virtù degli avvenimenti storici accaduti sulle sue sponde durante la prima guerra mondiale.
La parte meridionale del corso del Piave divenne una linea strategica importante nel novembre 1917, in corrispondenza della ritirata avvenuta in seguito a Caporetto. Dopo il passaggio sulla riva destra del resto delle armate italiane e la distruzione dei ponti, il fiume divenne la linea di difesa contro le truppe austriache e tedesche che, nonostante svariati tentativi, non riuscirono mai ad attestarsi stabilmente oltre la sponda destra del fiume, pur riuscendo a varcarla in più punti, penetrando in profondità in territorio "destra Piave" in particolare presso Meolo. La linea di difesa italiana resistette fino all'ottobre 1918 quando, in seguito alla battaglia di Vittorio Veneto, gli avversari furono sconfitti.

Dopo l'armistizio del 4 novembre 1918, il generale Lorenzo Barco si occupò del problema della riparazione e del ripristino degli argini del Piave e di altri fiumi veneti e friulani (Monticano, Livenza, Tagliamento), danneggiati in seguito alle vicende belliche. L'opera di ricostruzione, che si mantiene ancora ai giorni nostri, fu terminata in tempo per proteggere le popolazioni dalle possibili inondazioni a seguito delle piene invernali e primaverili. Furono impiegati circa 9.500 uomini e 330 ufficiali.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Piave